1. 求一篇意大利语小作文 字数在一百字左右 非常感谢
Io ho iniziato le mie vacanze di Pasqua alla grande, il primo giorno ho dormito fino all'1 poi non avendo compiti per il giorno dopo al posto di rimanere chiusa in casa a non far nulla ho preferito uscire a fare shopping con le mie amiche e di sera in giro con il mio ragazzo! Il giorno successivo non ho dormito fino all'1 ma fino alle 10 e mezza così ho potuto sistemarmi la stanza che era un vero e proprio casino e fino al pomeriggio ad aiutare mia mamma! Poi per andarmi a svagare un pò in gro con il mio amore! e così fino a sabato! Domenica... beh tutte le zie di mia mamma a casa mia [2 palle] poi la sera sono uscita un pò con il mio fratellino! Quanto cioccolatooo ke ho mangiatoo! Lunedì... In campagna ad arrostire tutto il giorno ihih sono ancora sazia! E oggi? Ultimo giorno di vacanza... A studiare per le interrogazioni di BenTornato di domani!
2. 求一篇意大利语作文,标题是写给朋友的一封信,类容不要很短
Lettera ad un caro amicodi mary98 (Medie Inferiori ) scritto il 17.05.12
Caro Alessio,
e sì sono io,la “secchiona”della classe che ti scrive,perché non è potuta venire a trovarti!In questa lettera così speciale(per me)ti scrivo che per me sei come un fratello,e già ne abbiamo passate tante insieme: dalla maestra Gemma,alla Letizia,dalla Letizia alla Paola e le e”terroriste” la GRAZIA E LA ISA;una con la cipolla,il cane,il figlio e tutte le sue storielle tragiche che ci divertivano tanto e l’altra con le ansie che trasmetteva a noi alunni!!Ed ora eccoci qua … in terza media e purtroppo tu hai l’appendicite,ti sei ricoverato,ti hanno operato,ma io,persona pessimista,sono riuscita a trovare il lato positivo e simpatico di questa vicenda:ti sei saltato i compiti di verifica e le interminabili ore delle prof.sse che odi di più (spero che non siano molte) XD!!Forse hai capito anche il vero significato dell’amicizia e chi sono i veri amici,cosa che sinceramente io non ho ancora capito,ma ora non parliamo di me e di quanto mi stia piacendo scrivere questa lettere ma di TE,delle tue barzellette simpatiche e delle battute scherzose e fuori posto che facevano spuntare il sorriso sui nostri visi. Per farti sentire con noi ho deciso di raccontarti un po’ come va da queste parti,beh,infondo fila sempre tutto dritto la solita Valentina ,il Bartolo,il Tony e il Marco divertenti io e Sabry le secchione e chi cerca di tenderci trappole solo per gelosia,che persone cattive.
Rileggendo un po’ questa lettera mi sono accorta che per la prima volta ho parlato con te dei miei sentimenti,eh già la scrittura è il mio forte,non trovi?
SPERO DI DARTI QUESTA LETTERA
a presto Mary
Lettera 2:
Caro amico,
sono stato nella tua camera qualche giorno fa: Che macello! Da quanto non mettevi in ordine!?
A proposito, ho preso delle foto che ho trovato in un cassetto, le stavo guardando adesso e mi è venuto in mente di scriverti.
Quanti ricordi ci sono in queste foto!; ce n’è una di quando ci siamo conosciuti: pensavo di conoscerti da sempre, invece c’è stato un periodo della mia vita in cui tu non c’eri, non ci posso credere che ora ce ne sarà un altro.
Ma ora voglio far finta che tu ci sia, anzi sono sicuro che tu sia qui ora, che mi ascolti. Voglio ricordare tutta la tua vita, la nostra vita, nei ricordi belli, ma anche quelli brutti, sono importanti per tenerti vicino.
Ho qui la foto di quando siamo andati sulle montagne russe, avevamo 6 anni, tu volevi per forza fare e giri, ma al primo sei svenuto! Tua madre non ci vedeva più dalla rabbia! Per fortuna che è bastata un po’ d’acqua in faccia per farti riprendere! Ho avuto paura, ma quando ti sei svegliato con quella faccia da scemo, non ho potuto fare a meno di ridere; tu sei scoppiato guardandomi e tua madre è rimasta sorpresa dal fatto che non avevi avuto paura, nonostante fossimo piccoli, da quel momento ho capito che eri una persona forte e ne ero felice.
Poi c’è la foto di noi e al parco, eravamo così piccoli; ci divertivamo a giocare a far finta di essere in un altro mondo; ti ricordi? Giravamo per le strade semi deserte, alle 2 del pomeriggio nelle giornate d’estate, come delle ombre, spiando la gente e facendo finta di essere risucchiati da vortici extra-qualcosa…più ci penso e più mi convinco che eri un po’ matto, ma io mi divertivo un mondo con “quel matto”!
Mi piaceva guardarti in classe, quando cercavi di nasconderti dietro il banco di quell’idiota di Simone, ma il maestro ti vedeva sempre e finivi alla lavagna: come avresti fatto senza me che ti suggerivo?! E io come avrei fatto senza le tue battute e la tua risata più unica che rara, la quale ancora adesso, se mi ci metto, riesco a sentire rimbombare nella mente.
Dopo il funerale sono tornato a casa e ho tirato fuori tutti i nostri ricordi; ora sono tutti in uno scatolone. Ho trovato anche l’agenda in cui ci scrivevamo in classe nelle lunghe e monotone ore di matematica. Abbiamo scritto un sacco di stupidaggini, ora me ne rendo conto, ma quella era la nostra vita quotidiana, fatta di episodi buffi, di risate e di amicizia profonda.
Continuerò sempre a ricordare queste cose che mi tengono legate a te, è una sensazione che mi dà consolazione nei momenti in cui ti sento troppo distante.
Ora è meglio che vada a studiare, fra non molto avrò un esame. Come vorrei che fossi con me, domani, in quell’aula così fredda ed estranea.
Dimmi “in bocca al lupo” da lassù!
Il tuo amico
Jacopo.
Lettera 3:
Caro amico,
oggi ho tanti sensi di colpa. Ho pensato che forse è colpa mia se ora non sei qui, e stamattina ne ero sicuro. Ho pianto e ho dato una testata al muro dalla rabbia.
Forse il problema è che non ho ancora accettato quello che è successo. Mi ci vorrà ancora un po’ di tempo per abituarmi; da una parte spero che succeda presto, perché sto soffrendo molto, anche se cerco di nasconderlo, ma dall’altra parte spero di non abituarmi mai, perché dentro di me non voglio accettarlo; dentro di me ho ancora la speranza che tu possa tornare, lo so che è stupido, ma non ci posso fare niente.
Lo sai, certe volte penso di poter tornare indietro nel tempo per rivedere le cose che mi sono capitate in passato, per esempio quel giorno che eravamo al mare, ti ricordi? Era sera ed eravamo sulla spiaggia, poi sono arrivati quei e ragazzi, ci hanno invitato a bere con loro. Io sapevo che sarebbe successo un disastro, così ho bevuto solo un bicchiere. Tu non avevi mai bevuto così tanto, non ci eri abituato; te l’ho detto un sacco di volte di fermarti lì, ma mai che mi hai dato ascolto eh! Eri ro tu. Alla fine non riuscivi reggerti in piedi. Quei e mi hanno aiutato a portarti a casa e poi sono scappati a gambe levate; non si sono più fatti vedere da quelle parti!
Eri così ubriaco che volevi aprire il portone tirando la maniglia di lato e poi sei finito lungo disteso.
Fortuna che in casa c’era solo tua nonna, i nostri erano a cena fuori. Quando ci ha sentiti arrivare ci ha rimproverato dalla cucina e tu ti sei messo a cantare: ti ho fatto volare fino in camera e poi ti sei buttato sul letto.
Di notte, ad un certo punto, ti sei messo a piangere, subito dopo sei corso i bagno a vomitate.
Ti ho raggiunto subito è ti ho aiutato a lavarti la faccia; poi ti sei messo a ridere e mi hai ringraziato: mi sembravi un bambino piccolo e io per la prima volta mi sono sentito un fratello maggiore, perché in fondo noi eravamo fratelli.
Quella fu la prima volta che ti sei ubriacato, avevamo 16 anni. Dio mio che nottata, rido ogni volta che ci penso!
Un altro episodio divertente è successo qualche mese dopo, era già iniziata la scuola. Non mi ricordo chi di noi e ebbe l’idea, ma quella sera siamo stati a casa tua a guardare la tv, poi abbiamo deciso di stare svegli tutta la notte, e l’abbiamo fatto! Il mattino seguente c’era scuola e alla prima lezione ti sei addormentato, poi il prof ha detto qualcosa più ad alta voce e tu sei saltato sulla sedia. Lui ti ha guardato perplesso e io non sono riuscito a trattenermi dal ridere, deve averci preso per pazzi! Durante l’ultima ora stavamo guardando un film e quella volta sono stato io ad addormentarmi! Il prof stava per scoprirmi, ma per fortuna tu mi hai visto in tempo e mi hai dato uno strattone prima che se ne accorgesse. Appena arrivati a casa tua ci siamo distesi sul divano e ci siamo addormentati come sassi!
Mi rendo conto che praticamente vivevo a casa tua, anche se la mia casa era appena al piano di sotto.
Eh sì, eravamo proprio come e fratelli inseparabili!
Ora sono stanco, ti scriverò domani.
Il tuo amico
Jacopo.
Lettera 4:
Caro amico,
ho compreso che quando Laura entrò nella mia vita, diede il via alla catastrofe. Lei era per me la prima vera storia importante, mi avvolgeva per la prima volta il dolce brivido dell’amore.
All’inizio ero felice, ma quando fra e amici c’è di mezzo una ragazza, le cose non possono andare bene.
Il nostro problema, però, non fu “a norma”: ad altre persone nella stessa nostra situazione, può capitare che la fidanzata di uno si innamori dell’altro. Noi però non possiamo avere dei problemi comuni alla gente! Tu odiavi lei, come lei non sopportava te; voleva che io fossi tutto per lei e c’era riuscita. Ero così accecato dall’amore per Laura da non vedere che tu mi cercavi e soffrivi molto. Ma credimi, l’ultima cosa che volevo era perdere il mio migliore amico, un fratello, l’unica persona per me davvero speciale, che ha condiviso con me tutti i momenti più belli e quelli più brutti della mia vita. Alla fine non mi hai cercato più, sei sparito; eri stanco di provare a farmi tornare alla realtà. Se solo ti avessi ascoltato quando potevo! Invece c’era voluto il tuo improvviso silenzio a svegliarmi.
Lasciai Laura, ma avevo perso te; ma come!? Dopo tutta una vita passata insieme? Non potevo lasciare che questa ragazza(non che lei avesse tutta la colpa, ma quando ti succede qualcosa è facile dare la colpa agli altri) rovinasse la nostra amicizia.
Dio mio, quante telefonate ti devo aver fatto! Ma tu non eri mai a casa, tua madre era molto preoccupata, diceva che eri diventato strano. La mia vita era diventata un inferno, ero vuoto: cominciai a vagare per le strade guardando le vetrine dei negozi dove solitamente andavamo, entravo nei pub che frequentavamo per vedere se eri lì, ma niente.
Certe volte mi domandavo se forse la tua è stata una reazione eccessiva, ma poi ho pensato che dopo essere stato tanto tempo con una persona, quando quella se ne va ti senti vuoto, abbandonato, un po’ geloso, arrabbiato…ed è brutto provare tutte queste sensazio
我复制了挺多,你看哪个顺眼就抄哪个吧,希望你们老师不会发现是你作弊什么的。
CI SIAMO NOI 团队!
3. 意大利语假期生活作文
清廉大佛 程关森
①在四川乐山的三江合口处,坐着一尊受香火的清廉大佛。
②他叫弥勒,弥勒佛。但不是那位袒露大肚皮的弥勒佛,那位成天笑眯眯的“老好人”——“大肚能容天下难容之事,慈颜常笑世上可笑之事”的弥勒佛。
③他是一位严肃的沉思者,面色温和,神情严肃。他不是什么都笑——世上并没有那么多可笑的事,也不是什么都容——天下一切丑恶都容。
④他的严肃的思考,首先来自缔造他的海空和尚。一千一百多年前,凌云寺和尚海空为了减缓三江合口后的凶猛水势,避免沉舟淹死众生,倡导在峭崖临江边造就一座佛。他光头顶烈日,下雪披袈裟,四处化缘,钱化得不少了,但当地官吏要冻结:“如果你真心造佛,就把眼珠挖出来见我。”
⑤大佛兴建了,海空的眼珠也没有了。海空的眼珠是为建大佛而失去的。世上除了生命,还有比眼珠更珍贵的东西吗?
⑥由于意识到自己的职责,因此,乐山乐水佛不乐。他坚守岗位,从不擅离职守,从不懈怠松弛,从不向惊涛恶浪屈服。他成了实现海空和尚遗愿,拯救三江芸芸众生的中流砥柱。
⑦他常常想起塑造他的工匠们。是的,他是伟大的:头与山齐,脚踩江水,身高71米,比阿富汗世界第一大佛还高18米,可称世界第一伟佛了。如果不是设计、雕塑他的工匠们经过九十年的千刀万凿,他仍然是半片石山,普普通通通到处可见谁也不会瞄一眼的石头山。为了他的降生,有多少人摔下峭壁,跌进江心,付出了生命!他是真正的人民之子。
⑧他永远不忘这最根本的一点,因此他从不居功,从不索取,从不接受人民的香火和祭祀。在这里,看不到一柱香火,一支红烛,一人跪拜,看到的只是他伟岸的身躯,两袖清风,一尘不染。为了根绝香火,他一开始就釜底抽薪铲除了滋生这些东西的土壤,立脚点在临江的悬崖上,没有地方让人设立祭祀他的殿堂,周围全是香火插不进的岩体,连他的脚趾甲也是向下倾斜的,人站上去就会跌倒,所以连下跪朝拜也没有地方。
⑨人们只能簇拥在轮渡上才能看到他那顶天立地的尊容并默默遥致祈祷。
⑩有人感叹,有人惊奇,有人礼赞:“呀,连小小的土地庙都有几柱香火哩,而他——世界第一大佛,连一柱香火也没有。”
摘自《人民日报》
习题设计:
1.结合课文理解词语的意思:
擅离职守 :
釜底抽薪 :
2.第⑧自然段中的“这最根本的一点”指的是 。
3.第⑥自然段中的三个“从不……”主要是从履行工作职责的角度赞扬乐山大佛的,而第⑧自然段的三个“从不……”则是从 的角度来歌颂乐山大佛的。
4.这篇文章表现主题的手法是 。请再列举一篇运用了这一手法的文章。
5.本文向我们叙述了乐山大佛的建造经过、作用及其独特之处。请根据以下这些已知的信息简要回答:
⑴从修建大佛的艰辛和建成的不易,我们联想到了什么?
答:
4. 急求一篇100字意大利语作文 题目是春节打算做什么 用将来时 或者 圣诞节做了什么 用近过去时 最近几天急需
Ieri è Natale.Ho passato una bella giornata. La mia famiglia ha organizzato una festa di Natale.
Di mattina alle otto , sono andato con mia madre al supermercato per fare la spesa.Abbiamo preso le bisteche ,i salami e un tacchino,ecc.
A mezzogiorno , ho telefonato ai miei amici per invitare tutti alla festa.Poi ho fatto la siesta e alle e ho letto e ho ascoltato un po’ la musica. Alle quattro ho fatto una passeggiate in spiaggia con il mio cane, un bellissimo pastore tedesco di nome Rex.
E abbiamo passato una indimenticabile serata , mia madre ha suonato il violino e mio padre l’ha accompagnata al pianoforte. Fino a tardi , abbiamo ballato.
昨天是圣诞节,我家举行了一个圣诞晚会,我度过了美好的一天。
早晨八点,我和妈妈去超市购物,我们买了一些牛排,意大利小香肠,一只火鸡等等。
中午时,我给我的朋友们打电话邀请他们参加晚会。之后我睡了午觉,在下午两点时,我看了一会书,听了一点音乐。四点时,我和我的狗狗一起去海滩散步,他是一只叫REX的德国牧羊犬。
我们度过了一个难忘的夜晚,我的妈妈拉了小提琴,爸爸用钢琴伴奏。我们一直跳舞到深夜。
5. 求一篇意大利语作文
La violenza
Chi quotidianamente vive in quella vasta area che è denominata Occidente e magari si informa, legge o guarda la tv, ha la sensazione di essere circondato da un mondo estremamente violento. Una sensazione che gli esperti ritengono fallace: altre epoche hanno conosciuto, secondo gli studiosi di scienze sociali, violenze più efferate e più frequenti e mai il mondo è stato così sicuro come adesso.
Eppure, nonostante l'alto livello di civilizzazione, forse proprio a causa di questo, ci sentiamo insicuri e minacciati.
A mio avviso, le nostre aspettative di sicurezza sono aumentate, così come il desiderio di conrre una vita lunga e piacevole.
E d'altra parte la fine delle ideologie, l'indebolimento delle fedi religiose, quella che viene denominata la secolarizzazione del mondo, fanno sì che ci sentiamo piuttosto disorientati nei confronti delle norme e dei valori da abbracciare rante l'esistenza. Tutti finiamo per orientarci ad un edonismo spicciolo, ad una ricerca ossessiva del piacere e del divertimento immediati, ai soldi, alla carriera, al potere.
Sentiamo che la vita è quella che viviamo adesso, qui, sulla Terra; le promesse di una giustizia divina dopo la morte, della beatitudine raggiungibile in mondi ultraterreni ci sembrano aleatorie.
"Se Dio non esiste, tutto è permesso" diceva Dostoevskij.
E perciò tendiamo a rimuovere, con un'aggressività che a volte sconfina nel crimine, ogni ostacolo che si frappone alla realizzazione dei nostri desideri.
Queste sono secondo me le radici più evidenti della violenza quotidiana.
Esistono tuttavia altri motivi, più oscuri e sotterranei, ma non per questo meno potenti.
Per esempio, il fatto di vivere in società sempre più solitarie ed anonime, di essere soggetti ad un potere sempre più impersonale, che ci fa sentire di frequente inermi e impotenti. La burocratizzazione della vita, che pure è spesso necessaria per l'ordine e l'organizzazione statuale, ci disumanizza, quando non ci schiaccia (si legga la narrativa di Kafka), il potere economico (le lobby, le multinazionali, ecc.) ci rende un numerino insignificante nella grande equazione dell'economia mondiale. Basta un niente, una crisi passeggera, una ristrutturazione aziendale e di colpo siamo estromessi, reietti, perdenti.
Inoltre, secondo me, la violenza prospera su un terreno di eccessiva tolleranza maturato in alcuni ambienti religiosi e intellettuali. Per cui il criminale gode di eccessive giustificazioni, si cerca sempre un alibi alle azioni più riprovevoli, che so: i traumi infantili, l'esclusione sociale, la famiglia, la scuola, la società. Non che questi alibi siano del tutto falsi, soltanto che ciascuno di noi deve essere chiamato a rispondere, a sentirsi responsabile delle proprie azioni. Altrimenti non si spiega, come, date le medesime circostanze, c'è che delinque e chi no.
Il concetto di "responsabilità" deve tornare a far parte del vocabolario delle società occidentali. Ed anche quello di "repressione". La società, chi è preposto all'ordine pubblico, non può tollerare i comportamenti violenti, anche quelli di minore entità. Anzi si è visto che la politica della "tolleranza zero" negli Stati Uniti ha dato ottimi risultati. Le teorie "idrauliche" sul comportamento umano, forse hanno fatto il loro tempo. Comprimere, coartare la violenza non significa renderla più esplosiva e pericolosa.
Certamente la repressione non basta. Difendersi dai delinquenti non è l'unico mezzo per bonificare la società. Occorre intervenire soprattutto nella fase ecativa, nella scuola, in famiglia, nelle agenzie di socializzazione in genere, affinché i comportamenti violenti e prevaricatori vengano scoraggiati, puniti, messi alla gogna. La scuola, ad esempio, ha tollerato (e tollera) il cosiddetto "bullismo". Bisogna avere il coraggio di trasmettere valori etici ed estetici diversi dalla sopraffazione dell'altro. Bisogna che la società, in genere, smetta di premiare i comportamenti violenti.
Ed è necessario, altresì, arginare e rirre le ingiustizie e le ineguaglianze sociali, mitigare le situazioni di sofferenza e povertà.
E bisogna anche rendersi consapevoli che la violenza, essendo una delle possibilità dell'essere umano e del suo comportamento, potrà essere arginata, ma mai eliminata del tutto e che la vita di ciascuno di noi, malgrado le sempre maggiori sicurezze, continuerà ad essere una faccenda rischiosa.
La difesa dell'ambiente
Tra le esigenze più sentite dall'uomo contemporaneo c'è quella di vivere in un ambiente salubre ed esteticamente piacevole.
Si tratta di soddisfare i bisogni di sopravvivenza e di conservazione, ma anche di placare il proprio desiderio spirituale di bellezza.
La rivoluzione instriale, se da un lato ha migliorato il tenore di vita di ampi strati sociali altrimenti esclusi dalla fruizione di tutta una serie di beni e servizi, ha dall'altro creato degli squilibri nell'ecosistema globale. E il liberismo sfrenato, da molti auspicato in economia come catalizzatore di sicuro progresso, minaccia di prorre danni ancora più terribili.
Le metropoli, troppo densamente abitate, sono già oggi invivibili; i centri urbani del mondo sviluppato sono soffocati da un traffico ingovernato e folle, dallo smog che impedisce di respirare, dalle esalazioni instriali che a volte minacciano da vicino i cittadini; le acque, spesso usate senza razionalità e rispetto cominciano già a scarseggiare, quando non sono avvelenate da ogni sorta di veleno prodotto dalle lavorazioni instriali e dai consumi domestici o inquinate da microrganismi patogeni, il cui sviluppo è dovuto ad uno sviluppo prottivo non armonioso.
L'utilizzo di fonti fossili di energia, petrolio e carbone soprattutto, proce come sottoprodotto l'immissione nell'atmosfera di biossido di carbonio (CO2), un gas che contribuisce ad aumentare l'effetto serra, quindi il riscaldamento terrestre, fonte, secondo molti studiosi, di cambiamenti climatici catastrofici.
Il disastro ecologico determinato dal cambiamento radicale della prozione e dell'economia, ha determinato come reazione, un movimento di idee critico verso la civiltà instriale. Il filone principale di questa ideologia antinstriale è rappresentato dal marxismo e da tutte le sue ramificazioni ideologiche novecentesche. Il movimento ecologista, che oggi raccoglie in qualche modo l'eredità di questo pensiero critico radicale, ha rinunciato beneficamente a molti massimalismi e fondamentalismi ideologici (e ad altri sarebbe bene rinunciasse) e si è andato invero stemperando in un un movimento variegato, dalle molte anime, ma con un obiettivo comune: garantire all'uomo la vita nell'ecosfera, la più armoniosa e salubre possibile.
Qualsiasi intervento parziale, settoriale, locale sull'ambiente ha, secondo me, scarse probabilità di successo.
Sempre più va profilandosi la necessità di intervenire sul modo di prorre, nell'impedire quelle lavorazioni che, come sottoprodotti generano veleni pericolosi per l'uomo, nel cercare delle fonti di energia il più pulite possibile.
Non si tratta di predicare un'austerità ideologica fine a se stessa; tutti, credo, vogliamo continuare a godere degli agi e delle comodità che il mondo contemporaneo ci offre copiosamente. Si tratta, però, di molare meglio, in maniera più concertata e razionale, le attività economiche, di garantire quello "sviluppo sostenibile", invocato dalle autorità mondiali più illuminate, che permetta di soddisfare non soltanto i nostri bisogni, ma anche quelli delle generazioni future.
Il ruolo di regolatore deve essere ripreso dallo Stato o da quegli organismi sovranazionali che ne hanno l'autorità. E' necessario che le istituzioni riacquisiscano il loro ruolo, cui troppo frettolosamente avevano abdicato, di arbitri del mercato e della vita economica, con troppa euforia e superficialità lasciati nelle mani della pur necessaria iniziativa, intelligenza e lungimiranza dei singoli.
Lo Stato, o chi per lui, deve fissare delle regole da rispettare e stabilire con chiarezza cosa è lecito e cosa è illecito.
La cosiddetta "mano invisibile", benefica regolatrice di ogni cosa, è ormai un'utopia a cui credono in pochi.
Sull'uomo contemporaneo urgono e incombono, come già detto, le gravi responsabilità nei confronti delle generazioni future.
Superare il narcisismo egotista del massimo piacere e divertimento da realizzare nel presente immediato significa dirigere il nostro pensiero al benessere dei nostri figli e nipoti, consegnare loro, in una ipotetica e ideale staffetta, un pianeta vivibile.
Non solo; significa tutelare il patrimonio urbanistico, architettonico e artistico delle nostre città, così piene di storie e di cultura.
Soddisfare il nostro senso estetico e permettere che le testimonianze più alte delle civiltà che ci hanno preceto siano accessibili anche alle generazioni future.
Per ottenere questi importanti obiettivi, c'è bisogno si diffonda in maniera sempre più capillare, e massimamente in coloro che amministrano e governano, una sensibilità e una cultura che anziché alla quantità, siano orientate alla qualità.